Belve, Imbarazzante Rettore “Voglio poter dire fro**o e neg*o” la Fagnani la mette spalle al muro

Ci pensa Francesca Fagnani a dare un senso a un venerdì televisivo abbastanza interlocutorio, il suo Belve è un ottimo prodotto peccato per la collocazione infelice nella seconda serata del venerdì sera, quando ormai la seconda serata televisiva inizia se tutto va bene non prima delle 23,15. Peccato perchè Belve meriterebbe ben altro palcoscenico, quantomeno una replica in un orario più decente il sabato o la domenica pomeriggio.

Le interviste pungenti di Francesca Fagnani questa settimana hanno avuto per protagoniste Donatella Rettore e Paola Barale, entrambe destinate a far discutere, la Barale ha dichiarato che un potente le ha bloccato la carriera e a fine intervista ha messo definitivamente fine alle chiacchiere sul suo orientamento sessuale : “Nulla contro le donne però preferisco il fallo” ha dichiarato la showgirl, ma colei che è trascesa nell’imbarazzante è stata la cantante di Castelfranco Veneto, le domande pungenti della Fagnani sono proseguite fino a quando la giornalista ha tirato fuori dal cilindro una domanda da standing ovation : “Lei ha detto ‘Io piaccio ai gay non piaccio alle checche, mentre Raffaella Carrà e Patty Pravo sono icone delle checche vintage’, non prova imbarazzo per queste dichiarazioni ?” Donatella Rettore senza aggiustare il tiro, dare un chiarimento o fare un passo indietro, ha ribadito : ” Non sono assolutamente imbarazzata, per me esistono i gay e le checche, esistono i gay che sanno di avere le palle, e ci sono gli isterici che parlano e si strappano i capelli, fanno i pettegolezzi e quelli non li voglio nemmeno sulla soglia di casa”.

La Rettore ha continuato nella sua dissertazione affermando che nei tempi moderni si assiste quotidianamente a una limitazione della libertà di parola e di pensiero : “C’è una limitazione alla libertà, si mettono dei filtri a cose che sono state ampiamente superate. Ad esempio, il fatto che non si possa dire fr**io e tro*a… Adesso Vasco Rossi non potrebbe più dire ‘è andata con il ne*o la tro*a” la conduttrice ha fatto notare che usare espressioni volgari o offensive non è affatto sinonimo di libertà, ma la Rettore non ne ha voluto sapere e ha continuato nel suo sproloquio : “Rivendico la possibilità di usare fr**io e neg*o. Non mi sembrano insulti se uno è colorato… Dipende dal modo in cui uno lo dice: se tu dici brutto negro è una cosa, se tu dici negretto è un’altra”. 

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Scritto da Giuseppe Scuccimarri
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