Bellezze italiane, la Riviera dei Ciclopi
“[…]Polifemo
lo insegue nella fuga: strappa al monte
una parte di roccia e poi la scaglia.
Pur se una punta sola della roccia
colpisce Aci, essa lo ricopre
interamente. Noi ci adoperiamo
per fare ciò che il Fato ci consente:
che riacquisti per sé le forze avite.
Il colore del sangue fuoriuscito
dalla roccia assassina, va sparendo
in brevissimo tempo e assume quello
delle acque di un fiume, intorbidato
dapprima dalla pioggia e poco dopo
ridivenuto limpido; la roccia
si squarcia e si frantuma: dalle crepe
spuntano canne vive e flessuose
mentre la parte cava della roccia
gorgoglia d’acqua. Subito dal sasso,
fino a metà del ventre, fuoriesce
un giovane, ricinto nelle ciocche
da canne attorcigliate: quello è Aci,
a parte la grandezza ed il colore
azzurro del suo viso. Certo! Aci.
Trasfigurato in fiume, è sempre Aci,
un fiume che conserva il nome antico”
Ovidio
Metamorfosi
Inauguriamo oggi una nuova rubrica che parlerà delle bellezze paesaggistiche e culturali del nostro meraviglioso paese.
Dopo questo periodo difficile per tutti a causa della pandemia, poter esplorare insieme i luoghi che rendono la nostra Italia famosa nel mondo è un modo per sentirci ancora più uniti, per scoprire i nostri punti di forza e per valorizzare un territorio ricco di meraviglie che tutto il mondo ci invidia.
Viviamo in un paese ricco di bellezze paesaggistiche, monumentali, culturali e non solo. Abbiamo un grande patrimonio che attira milioni di visitatori da tutto il globo ed è importante parlarne e conoscerli.
Ogni settimana andremo insieme in un posto diverso, in una regione diversa ed esploreremo non soltanto il luogo in sé ma anche le curiosità ad esso legate.
Percorreremo tutta l’Italia cercando di raccontarvi posti, curiosità, leggende, miti che narrano la storia del nostro paese.
Partiremo dal sud Italia e con il passare delle settimane risaliremo lungo tutta la nostra bella penisola.
Iniziamo dunque, senza indugi, da una regione a dir poco meravigliosa: la Sicilia.
Ci trasferiamo nella provincia di Catania, precisamente nella bellissima Riviera dei Ciclopi. Un tratto di costa, disseminata da rocce che spuntano dal mare alcune alte addirittura 70 metri, che si estende per 12 chilometri a nord di Catania, fra i comuni di Acireale e Aci Castello.
La zona è ricca di bellissime spiagge, con un mare cristallino in cui tuffarsi.
Molte sono anche le leggende legate alla presenza enormi rocce laviche. Le due più importanti sono entrambe legate alla figura mitologica del gigante Polifemo.
Il primo mito narra infatti che Polifemo infuriato con Ulisse, nel tentativo di impedirgli la fuga, iniziò a scagliare contro la sua nave enormi massi presi dall’Etna verso il mare. Le rocce quindi sarebbero l’eterna testimonianza della rabbia ceca di Polifemo.
Una seconda leggenda invece narra di una bellissima ma anche molto triste storia d’amore.
Aci, figlio di Fauno, un pastorello che pascolava le sue pecore vicino al mare, un giorno vide e si innamorò perdutamente della bellissima Galatea. La bellissima ninfa era una delle cinquanta ninfe del mare, le Nereidi, figlia delle divinità marine Doride e Nereo.
Anche Galatea si innamorò perdutamente di Aci e i due si incontravano spesso sulla spiaggia per trascorrere del tempo insieme e felici.
Ma il gigante Polifemo, che viveva all’interno del vulcano, era perdutamente innamorato proprio di Galatea. A nulla valsero le sue avance nei confronti della Nereide, il cui cuore ormai apparteneva al giovane pastore.
Una sera Polifemo, vedendo i due amanti sulla spiaggia scambiarsi tenere effusioni, preso da una folle gelosia, scagliò una roccia lavica contro Aci che morì schiacciato dal peso del masso.
Appena Galatea fu informata del terribile accadimento, accorse sulla spiaggia e pianse disperata tutte le sue lacrime per l’amore ormai perduto. Gli Dei, che ebbero compassione per la bella Ninfa, trasformarono in sangue di Aci in un fiume, che i greci chiamavano “Akis”, il quale parte dall’Etna e sfocia proprio sulla spiaggia dove i due innamorati erano soliti incontrarsi.
La particolarità di questo torrente è che in località Capo Molino ne scorre un breve tratto di colore rossastro e che proprio per questo viene chiamato “ u sangu di Jaci”.
Da questa leggenda si può capire perché ben nove comuni della provincia catanese portino il prefisso “Aci” davanti al nome.
Aci Castello che prende il nome anche dall’omonimo castello normanno costruito su un promontorio a picco sul mare, oggi sede del museo civico;
Aci Trezza famosa soprattutto perché Giovanni Verga ambientò proprio qui i “Malavoglia”;
Acireale città famosissima per il suo carnevale e per le sue acque termali;
Aci Catena caratterizzata da un bellissimo centro storico risalente all’800;
Aci San Filippo che conserva una bellissima chiesa Madre affiancata da un campanile dal basamento di pietra lavica; è la cittadina più antica delle nove Aci.
Aci Platani che all’interno della Chiesa Madre, ricostruita dopo il terremoto del 1693, conserva i dipinti di Alessandro Vasta e Giacinto Platania;
Aci Santa Lucia che prende il nome dalla bellissima chiesa dedicata alla Santa di Siracusa;
Aci Bonaccorsi borgo risalente al XIV secolo, famoso per il Festival nazionale dei fuochi d’artificio che ogni anno prende il via ai primi di Agosto;
Ed ultimo, ma non per importanza, Aci Sant’Antonio in cui, nella piazza principale, si può visitare il bellissimo Duomo.
I nove comuni dunque sono legati a doppio filo alla leggenda di Aci e Galatea, infatti il mito si conclude con il corpo di Aci che viene smembrato in nove parti cadute proprio dove oggi sorgono le nove Aci.
Sicuramente la Sicilia è tutta da visitare e questo tratto di costa è soltanto uno di infiniti chilometri di spiagge meravigliose e mare blu cobalto in cui tuffarsi.
Però, se passate da quelle parti, provate a chiudere gli occhi, potrete sicuramente sentire il riso felice di Aci, che tuffandosi nel mar Ionio, riabbraccia la sua Galatea.
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