Battiti Live, ma è davvero tutta colpa della Gregoraci ? Dalla critica alla gogna mediatica il passo è breve

di Giuseppe Scuccimarri

Pubblicato il 2022-07-06

Estate tempo di spettacoli musicali che riempiono le piazze e concerti di cantanti che hanno fatto tornare la voglia e ritrovare il piacere di vivere eventi aggreganti. Anche la TV quest’anno sembra aver capito che la musica sul piccolo schermo funziona se a cantare sono gli idoli musicali del momento e non si riduce tutto …

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Estate tempo di spettacoli musicali che riempiono le piazze e concerti di cantanti che hanno fatto tornare la voglia e ritrovare il piacere di vivere eventi aggreganti. Anche la TV quest’anno sembra aver capito che la musica sul piccolo schermo funziona se a cantare sono gli idoli musicali del momento e non si riduce tutto a una messa cantata, a una passerella di ospiti che passano, promuovono il loro singolo e scappano via senza regalare un pò di show, uno scambio con i conduttori o con il pubblico. Con format del genere i conduttori sono ridotti a fare i cerimonieri, a chiamare i cantanti sul palco, il più delle volte avendo provato pochissimo e soprattutto senza mai aver interagito con l’ospite musicale di turno. Che senso ha quindi impostare la critica sul conduttore se il format ne riduce il modo di agire e lo ingabbia in un ruolo istituzionale?

Diciamo che uno spettacolo leggero dovrebbe essere vissuto, come dice il termine, con leggerezza, e dati di ascolto alla mano sia Battiti Live che il diretto competitor Tim Summer Hits i loro risultati li stanno portando a casa nonostante le problematiche di cui uno spettacolo on the road è pregno. Ieri sera la prima puntata di Battiti Live ha avuto il sapore del primo giorno di scuola, i due conduttori complici i fattori di cui sopra hanno avuto poche possibilità di poter interagire con gli ospiti, lo spettacolo è comunque filato via e il 12,3% di share rappresenta il risultato migliore per la rete, che probabilmente chiuderà un pò le bocche a chi nei giorni scorsi si è profuso in commenti non troppo esaltanti, soffermandosi più su due errori diventati virali sul web della conduttrice che sullo spettacolo vero e proprio.

Chi scrive non ha Elisabetta Gregoraci in cima ai suoi pensieri, anzi, diciamo che spesse volte da queste pagine ne abbiamo contestato atteggiamenti e scelte professionali, ma questa volta non ce la sentiamo di infoltire il carro di coloro che le hanno dato contro, andando a rivangare legami familiari e particolari sulla fisicità non in linea con quello che dovrebbe essere un mero giudizio sulla prestazione artistica. Diciamo che la Greg nelle registrazioni dello scorso week-end è incappata in due papere, su una, quella del “single” in luogo del “singolo”, si è ravveduta e corretta subito, mentre Alvaro Soler se ne è tornato a casa con il nome di una influencer nostrana. Due sviste su uno spettacolo di due ore sono sufficienti per tirar giù tutto il veleno possibile su una persona e a trarne un giudizio su tutta la prestazione? Ci sembra francamente eccessivo, come il tiro al bersaglio social che ne è conseguito, anche da parte di testate storiche che dovrebbero essere abituate a valutare i contenuti che soffermarsi sui due singoli episodi di cui si è visto un frame decontestualizzato e non l’intero evolversi.

Volendoci soffermare solo sulla prestazione, diciamo che è troppo presto per giudicare anche se i risultati di gradimento parlano chiaro, ci teniamo però a sottolineare che uno spettacolo on the road e non realizzato in studio, non può essere messo sullo stesso piano di uno confezionato all’interno di un centro di produzione TV, luci sparate negli occhi, pubblico che urla e operatori che passano costantemente davanti al gobbo elettronico per motivi di spazio e di ripresa televisiva ne pregiudicano a volte la qualità. Chi scrive a Bari durante le riprese ci è stato e possiamo affermare senza paura di essere smentiti che realizzare spettacoli del genere è veramente difficile, gli spazi sul palco e le location sono sempre differenti, pertanto non si può imputare al conduttore di turno la corretta posizione sul palco se su quel palco non gli viene concesso di provare come la situazione richiederebbe.

Pertanto prima di sbattere il mostro in prima pagina ed esibire una conduttrice al pubblico ludibrio bisognerebbe rendersi conto su quali siano stati i motivi che la abbiano fatta cadere in errore, in quel momento stava chiamando il cantante con un frastuono da stadio nelle orecchie che ne hanno inibito la concentrazione e che in TV non si è percepito. Volete criticare una prestazione? Fatelo, noi questa volta non ce la sentiamo, ma le offese alla persona, alla sua fisicità e alla sua famiglia non devono mai trovare spazio, soprattutto in un Paese civile.

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Giuseppe Scuccimarri

Giuseppe Scuccimarri, classe 1969, esperto di televisione e cronaca rosa con interessi anche per l'attualità e la politica nazionale e internazionale. Autore della commedia "Il delitto di Lord Arthur Savile" (2002) e del musical "La vita è una splendida canzone" (2014), ghostwriter per diversi autori e paroliere, amante della scrittura e della letteratura italiana e straniera.

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