Amici 22, finisce la storia d’amore tra due allievi della scuola, e se ad essere protagonista fosse solo il talento?

di Giuseppe Scuccimarri

Pubblicato il 2023-01-26

Amici nasce come un talent televisivo e prima che si piegasse alle esigenze di ascolti e del trash che tanto appassiona il pubblico del piccolo schermo, rappresentava l’unica strada per i giovani che ambivano a trovare un posto al sole nel mondo della musica e della danza, nelle prime edizioni anche della recitazione. Adesso è …

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Amici nasce come un talent televisivo e prima che si piegasse alle esigenze di ascolti e del trash che tanto appassiona il pubblico del piccolo schermo, rappresentava l’unica strada per i giovani che ambivano a trovare un posto al sole nel mondo della musica e della danza, nelle prime edizioni anche della recitazione. Adesso è diventato la brutta copia di ciò che era prima, le leggi di mercato hanno trasformato il talent da fucina di sogni, in una macchina per far soldi, dove per andare avanti e per emergere non bastano più capacità e talento, ma avere un pezzo abbastanza radiofonico su cui i produttori possono investire o avere un fisico tale per piacere agli adolescenti. Capita quindi che nei daytime si parli di tutto tranne che degli scopi principali per cui gli allievi frequentano la scuola, perfezionarsi sotto il profilo artistico.

Nel daytime andato in onda oggi pomeriggio, il racconto parallelo ha preso il sopravvento sul racconto artistico, quasi tutto lo spazio è stato occupato dalla fine della storia d’amore tra Megan e Gianmarco, cose che ai quindicenni fruitori del prodotto piacciono tantissimo, un pò meno a chi a quell’ora si siede davanti al televisore con spirito critico per scorgere negli allievi caratteristiche artistiche. Queen Mary, che è anche la produttrice del programma lo ha capito, e invece del talento alle quattro del pomeriggio ha imparato a servire le storielle d’amore al posto delle vicende del talent, un mix di tormenti adolescenziali dei protagonisti, diatribe tra prof, discussioni per le pulizie e provvedimenti verso gli allievi, il 90% dei daytime è composto da questo, una sorta di Grande Fratello mascherato servito al posto del caffè di metà pomeriggio.

Triste considerazione il doversi rendere conto che in Italia di talent veri e propri non ne esistono più, la politica degli ascolti e il trash televisivo hanno preso il sopravvento su tutto e adesso una delle poche strade che i giovani con talento avevano per emergere sembra irrimediabilmente sbarrata.

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Giuseppe Scuccimarri

Giuseppe Scuccimarri, classe 1969, esperto di televisione e cronaca rosa con interessi anche per l'attualità e la politica nazionale e internazionale. Autore della commedia "Il delitto di Lord Arthur Savile" (2002) e del musical "La vita è una splendida canzone" (2014), ghostwriter per diversi autori e paroliere, amante della scrittura e della letteratura italiana e straniera.

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